Il Sacrario per le vittime delle sciagure aeree e per i lavoratori aeroportuali defunti
L’idea di preparare un “Sacrario” ovvero un luogo della memoria per ricordare le 118 vittime della sciagura aerea di Linate dell’8 ottobre 2001 ed i lavoratori aeroportuali defunti è maturata subito dopo la tragedia di Linate. L’opera, sempre a cura di Alberto Ceppi è formata da una grande ellisse (forma geometrica dominante nelle opere della cappella) sulla cui base sono rappresentati, nel bronzo, i simboli dell’aeroporto di Linate: la torre di controllo, la facciata dell’aerostazione ed il “toboga” (luogo deputato allo smistamento dei bagagli) luogo della tragedia.
Dalla base si innalza uno stuolo di gabbiani, simbolo delle anime delle vittime, che volano verso l’alto, verso l’azzurro del cielo. Al centro dell’ellisse domina il Cristo risorto che ha trasformato la morte in vita (ramoscelli di vite con grappoli di uva) ed il dolore nella pace e nella gioia (ramoscelli d’ulivo). L’ellisse è circondata dalle parole del Libro della Sapienza: “Le anime dei giusti sono nelle mani di dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro dipartita una rovina, ma essi sono nella pace. Dio li ha provati e li ha trovati degni di Sé: li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto” (Sap. 3,1-9).
Quest’opera è stata inaugurata e benedetta dal Card. Tettamanzi nel 2004.